Nell’articolo precedente abbiamo visto gli effetti sistemici ed l’impatto nutrizionale che l’alcol ha sul nostro organismo . Oggi riassumeremo sinteticamente quali sono le principali linee guida nutrizionali che devono essere seguite per il paziente alcolizzato.
Il paziente alcolizzato è malnutrito
L’abuso di alcol oltre alle differenti conseguenze sistemiche che comporta con interessamento di organi ed apparati, porta il paziente verso uno stato di malnutrizione. Questo avviene perchè l’interessamento intestinale e l’alterazione della sua funzione assorbente risulta preponderante nell’alcolismo.
Nella terapia nutrizionale per il paziente alcolizzato ritroviamo un trattamento “sintomatico” del suo profilo alimentare.
In particolare intendiamo il trattamento delle singole deficienze alimentari conclamate li dove sia stato possibile confermarlo attraverso esami diagnostici.
La persona che consuma più del 30 % delle calorie giornaliere sotto forma di alcol tenderà ad assumere delle quantità insufficienti dei singoli nutrienti, con alterazioni nel quantitativo di carboidrati, lipidi, proteine ed in special modo vitamina A, C e B ( tiamina in particolare).
Anche microelementi come il ferro ed il calcio sono interessati da questa deplezione e necessitano un trattamento alimentare e di integrazione.
Bisogna specificare al lettore che a questi pazienti, di solito, vengono indicate delle diete uguali a persone che non soffrono di patologia alcolica, ma che hanno semplicemente bisogno di raggiungere un equilibrio tra micro e macronutrienti. A tal proposito è doveroso sottolineare che una dieta equilibrata in questa tipologia di paziente non servirà a prevenire danni legati agli effetti diretti dell’alcol ( malattia alcolica epatica).
La terapia nutrizionale agisce sulle singole deficienze conclamate
Come anticipa già il titolo del paragrafo andremo a vedere le singole deficienze che devono essere trattate nel paziente alcolizzato al fine di prevenire un quadro patologico aggravato dalla deplezione del micro o del macronutriente in questione.
La deficienza di tiamina è importante nel quadro clinico dell’alcolismo e come tale le probabilità di successo di una terapia integrativa sono buone. Lo specialista che ha appurato una mancanza importante di tiamina si approccia ad un trattamento con un supplemento di 50 mg al giorno della vitamina in questione. Per questioni pratiche sia la riboflavina che la tiamina vengono assunte con i dosaggi presenti nei preparati multivitaminici.
Anche la deficienza da folato deve essere trattata con opportuna integrazione ed altri rimpiazzamenti sono opzionali, salvo che non ci si trovi ancora una volta di fronte a deficienze conclamate.
Il trattamento con vitamina A dovrebbe essere valuta solo nel caso in cui sia stata conclamata la deficienza ed il paziente risulta allontanato dall’utilizzo dell’alcol.
Si tenga presente che lo zinco di solito viene reintegrato li dove vi è un’emeralopia non trattabile con vitamina A. Anche la somministrazione di ferro e di magnesio devono essere valutate ed ipoteticamente trattate per evitare quadri di deficienza correlata.
La malattia epatica acuta o cronica dovuta al consumo di alcol dovrebbe essere trattata con reintegro delle proteine. Mentre la pancreatite acuta, situazione molto grave nel paziente alcolizzato, deve essere trattata tempestivamente e nella maggior parte dei casi porta ad una sospensione della nutrizione canonica con applicazione di una via venosa.
La pancreatite esocrina impone ancora una volta degli aggiustamenti dietetici con profili alimentari a basso tenore di grassi e con utilizzo di enzimi per via orale ai pasti.
In alcuni casi è utile andare a valutare anche un reintegro di colina sotto forma lipidica ( fosfatidilcolina o lecitina).
Inquadramento del paziente alcolizzato
Quando incontriamo un paziente alcolizzato dobbiamo tener conto che esso si vergogna di ammettere di avere una dipendenza. Per tale motivo risulta necessario effettuare dei test diagnostici per stabilire una ipotetica intossicazione acuta o cronica derivante da un abuso di tale sostanza.
A tal proposito è utile effettuare la misura dell’alcolemia che è predittiva per una intossicazione in acuto ma che ci dice poco sul consumo cronico. Il test della Gamma glutammil trasferasi a livello plasmatico è notevolmente alterato nel paziente alcolizzato, a causa di danno al parenchima epatico. Ancora una volta bisogna specificare che questo valore risulta alterato non solo dall’alcol quindi non è un indice definitivo.
Spesso quando visioniamo quadri clinici di pazienti alcolizzati ci ritroviamo di fronte ad alterazioni ematiche come l’anemia macrocitica con variazioni del volume corpuscolare medio. In questi casi è utile effettuare indagini più approfondite per conclamare l’alterazione dovuta ad abuso di alcol.
Altri test che possono essere utilizzati sono :
- Determinazione del fosfatidiletanolo
- Determinazione degli esteri degli acidi grassi
- Determinazione dell’etil solfato
- Alterazioni dei gliconiugati
Ancora una volta l’alimentazione è da supporto ad un quadro patologico come quello del paziente alcolizzato. La terapia nutrizionale deve essere supportata da una adeguata terapia farmacologica e psicologica del paziente li dove sia necessaria.
Dr. Vincenzo Zottoli
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