Ippocrate sosteneva: “Fa che il cibo sia la tua medicina” e l’aglio incarna appieno questa citazione. L’aglio, piccola pianta bulbosa appartenente alla famiglia delle Liliace, nella dieta mediterranea, è considerato un condimento e non un alimento assestante.
Si apprezza bene in diversi piatti, sia cotto che crudo ed è presente in diversi rimedi galenici o preparati industriali. Tralasciando la sua importanza a livello storico e descrizioni botaniche ridondanti; entriamo nel vivo del discorso prendendo in esame i diversi costituenti chimici e gli ambiti di applicazione.
Aglio: i composti chimici
Si distinguono:
- Composti solforati come l’alliina (S-allil-cistein-solfossido, composto liposolubile)
- Composti non solforati come l’enzima allinasi.
- Potassio, selenio, calcio, fosforo, vitamina C e del gruppo B in particolare B6, magnesio, amido, saponine, sapogenine, flavonoidi, fenoli.
I composti solforati possono essere solubili sia in acqua come: allicisteina, metilcisteina, sia in olio come: isoallina e metilallina. I composti solubili in acqua sono considerati stabili, mentre quelli solubili in olio sono considerati instabili. (Catizone et.al., 2013). La loro presenza determina odore e sapore caratteristico.
Il marker biologico della specie è sicuramente l’allicina(estere allilico dell’acido allil-tiosolfinico) la quale rappresenta il composto di maggior interesse fitoterapico a cui è attribuita anche l’attività battericida.
Essa si ricava dall’interazione dell’enzima alliinasi (situata nel vacuolo) e l’inattiva alliina (situata nel citosol) e seguito dello schiacciamento dei bulbi. L’interazione tra alliina e allinasi porterà a due prodotti: allicina e acido piruvico (Capasso et.al., 2006).
Solitamente, per l’estrazione dell’allicina, si procede previamente con una distillazione in corrente di vapore con alcol etilico 95% e successivamente con un’estrazione con etere di petrolio sul distillato.
L’allicina è un prodotto molto instabile e, per evitare la sua conversione principalmente in ajoene a causa dell’ossidazione all’aria e altri composti secondari come: diallilsolfuri e vinilditiine. (Manganelli, 2018), deve essere isolata per distillazione in corrente di vapore a pressione ridotta.
Aglio: impieghi e controindicazioni
L’aglio è di sicuro una delle droghe più utilizzate nella medicina popolare e la maggior parte dei suoi presunti effetti benefici sono stati confermati anche da studi farmacologici supportati da sperimentazioni cliniche. Le sue azioni terapeutiche possono essere riassunte in:
Azione su vasi e microcircolo
Preparati a base d’aglio si suggeriscono nel trattamento dell’ipertensione. L’effetto antipertensivo è riportato in svariati studi clinici e sembra essere strettamente legato all’azione della NO-sintetasi, ma il meccanismo d’azione e i composti bioattivi ancora non sono perfettamente noti.
Estratti acquosi e alcolaturi a base di aglio, si suppone, che attivino l’NO- sintetasi e l’IL-6 in modo dose dipendente favorendo così la dilatazione dei vasi e una riduzione della pressione.
Altri studi clinici sostengono che l’assunzione regolare di aglio, in soggetti anziani, oltre a migliorare la circolazione migliori anche l’elasticità dei vasi. Ulteriori studi affermano che i preparati di aglio manifestano un’azione protettiva e profilattica negli animali trattati con colesterina irradiata, impedendo la formazione di lesioni aterosclerotiche e prolungandone la vita rispetto ai controlli non trattati (Capasso et.al., 2006).
Azione antiossidante e antilipidemica
Le iperlipidemie sono dei disordini metabolici comuni in tutto il mondo. Le condizioni più frequenti sono l’aumento di LDL e VLDL e posso essere di due tipi:
- Legate a difetti dei recettori delle LDL, deficienza delle lipasi o scarsa eliminazione di alcuni residui.
- Legate a cattivi stili di vita o condizioni patologiche pregresse come: diabete, ipotiroidismo, cirrosi biliare.
I principi attivi dell’aglio (composti contenenti zolfo, come l’ajoene), vanno ad agire sia a livello del metabolismo lipidico, sia a livello della sintesi del colesterolo. Potremmo quindi dire che, regolare assunzione di aglio:
- Inibisce la sintesi del colesterolo a livello del fegato e in particolare blocca l’enzima HMG-coA deputato alla conversione dell’acetoacetil-coA in mevalonato precursore del colesterolo.
- Aumenta la degradazione dei trigliceridi mediante l’aumento dell’attività delle lipasi nel tessuto adiposo.
- Riduce la formazione delle LDL responsabili della formazione della placca aterosclerotica.
- Aumenta la formazione delle HDL utili per eliminare il colesterolo.
Per quanto riguarda la sua azione antiossidante, alcuni suoi componenti bioattivi hanno la capacità di svolgere un effetto radical-scavenger andando ad incrementare l’attività di alcuni enzimi antiossidanti endogeni come: la superossido dismutasi, alcune catalasie e la glutatione perossidasi. Esse vanno a inibire l’ossidazione delle LDL responsabili dell’inibizione dell’NF-kB.
Ulteriori studi dimostrano l’efficacia dell’aglio nel trattamento del diabete, un’attività coleretica, un’attività anticancerosa legata principalmente all’allicina e in particolare al legame S-SO-. (Manganelli, 2018) ed infine un’importanza significativa anche nella neuro infiammazione.
Le Forme farmaceutiche a base di aglio fresco non presentano problemi tecnologici e hanno una buona percentuale di allicina. Preparati a base di aglio secco, invece, possono presentare problemi tecnologici, questo perché, nella preparazione, allina e allinasi non entrano in contatto e non generano allicina.
Una volta nello stomaco, oltretutto, le allinasi vengono degradate dall’acidità dello stomaco (essendo delle proteine) impedendo la conversione e lo svolgimento dell’attività biologica da parte dell’allicina. Quindi:
- Preparazioni a base di aglio fresco presentano odore caratteristico e hanno allicina.
- Preparazioni a base di aglio secco dovranno essere rivestite di film gastroresisrenti se assunte oralmente.
Si sconsiglia l’interazione tra composti contenenti zolfo e anticoagulanti, considerando che l’aglio può fungere anche da antiaggregante piastrinico (Capasso et.al., 2006). Bisognerebbe evitare quindi: Farmaci antiaggreganti piastrini, Farmaci anticoagulanti quali il warfarin Farmaci ipotensivi e FANS (Gomirato, 2016)
Dott.ssa Rita Villani – Tecnico Erborista
Scrivimi anche su: Instagram, Linkedin o all’e-mail: villanirita873@gmail.com
BIBLIOGRAFIA
- Capasso, F., Grandolini, G., Izzo, A., 2006. Fitoterapia. Impiego razionale delle droghe vegetali. Aggiornamento della II edizione di Fitofarmacia (F.Capasso,G.Grandolini) a cura di Springer Verlag: Roma.
- Catizone, P., Barbati, L., Marotti, I., Dinelli, G., 2013. Produzione ed impiego delle piante officinali. Bologna: Pàtron.
- Gomirato, S., 2016. AGLIO-Allium sativum L.-GARLIC, da: http://www.progettoofficinafitoterapia.it/agio/.
- Manganelli, S., 2018. Aglio:proprietà curative. A cosa serve? Come si usa?, da: http://www.torrinomedica.it/piante-medicinali/aglio/.
Messaggio al lettore: Ogni informazione presente in questo blog è puramente a scopo informativo. Non si intende in nessun modo sostituire figure professionali in campo medico e di consulenza.
2 pensieri su “Aglio (Allium sativum), il rimedio più antico del mondo!”