Alimentazione e Sport

Le spezie, 8 utili alleate nel cancro!

Fin dall’antichità il commercio di sale e spezie ha spinto i mercanti fino ai quattro angoli del globo, quando erano prodotti rari e preziosi.

Sebbene oggi il sale e le spezie siano diventati prodotti di consumo abituale, condire un piatto deve essere un gesto consapevole e bisogna domandarsi se le nostre abitudini siano le più salutari.Il sale è diventato, oggi, la principale sostanza usata per esaltare il sapore degli alimenti.

Che rapporto hai con il sale?

Noi consumiamo in media 10 grammi al giorno di sale (4 grammi di sodio), dei quali oltre il 75% proviene dai prodotti alimentari industriali e viene quindi consumato in modo del tutto inconsapevole.

E’ un apporto eccessivo, quasi tre volte il limite consigliato dagli organismi di sanità pubblica (1,5 grammi al giorno di sodio).

L’eccessivo consumo di sodio è associato ad un aumento della pressione arteriosa e a un maggiore rischio di ictus e altre malattie cardiovascolari. Inoltre, secondo recenti studi, l’eccesso di sodio è legato ad un maggior rischio di cancro allo stomaco poiché induce l’Helicobacter pylori, un batterio che si annida nello stomaco della maggior parte della popolazione, a produrre proteine che generano infiammazione nella mucosa dello stomaco, cosa che aumenta il rischio del tumore.

Il sale, quindi, pur non essendo un agente cancerogeno in se, può favorire la comparsa e l’evoluzione del tumore perché crea le condizioni ottimali in cui l’Helicobacter pylori dispiega il suo potenziale infiammatorio.

L’unico modo efficace per ridurre l’apporto di sale è diminuire il consumo di prodotti industriali e, soprattutto, ricordare che condire un piatto non significa solo salarlo!

Come si può ridurre il sale in maniera intelligente?

Esistono centinaia di spezie e aromi provenienti da tutto il mondo che, oltre al sapore intenso e talvolta esotico, contengono spesso grandi quantità di sostanze che hanno proprietà benefiche per la prevenzione del cancro.Le spezie sono sostanze vegetali che sono state selezionate nel corso dei millenni per il loro sapore e per i loro effetti curativi.

La maggior parte delle spezie esercita una azione antinfiammatoria, che ostacola lo sviluppo delle cellule cancerose.

Grazie al loro contenuto di composti fitochimici, alcune agiscono direttamente sulle cellule cancerose impedendo la proliferazione, provocandone la morte per apoptosi o addirittura arrestando la creazione di vasi sanguigni intorno al tumore, cosa che impedisce l’arrivo del nutrimento alle cellule cancerose.

Vediamo le attività di alcune spezie nel dettaglio

Zenzero

zenzero, zingiber officinale

Lo zenzero è un tubero originario dell’Oriente che contiene quasi 50 tipi di antiossidanti. Da sempre, la radice dalla polpa gialla, è utilizzata per “curare” malanni quali raffreddore, costipazione e dolori intestinali.

In laboratorio, lo zenzero ha rivelato proprietà anticancro grazie al gingerolo. Esperimenti hanno dimostrato che il gingerolo inibisce la crescita del tumore del colon e della mammella.

Attualmente lo zenzero trova impiego nei farmaci anti-nausea o sciogli grasso. Fresco o in polvere è utile per combattere il tumore alla prostata, quello allo stomaco e il senso di vomito conseguente alle terapie anti tumorali.

Curcuma

La curcuma è una pianta nota anche come zafferano delle Indie. Nella cucina orientale è largamente impiegata per la preparazione di piatti salati e dolci.

Anche in questo caso, i benefici della spezia migliora le cure per il tumore al colon, alla prostata, alla pelle e al seno. La forza di questa spezia risiede nella curcumina dall’elevato potere antiossidante e antinfiammatorio.

Una piccola curiosità: sembra, ma non è ancora provato in via definitiva che in India l’Alzheimer sia poco diffuso grazie all’enorme consumo di curcuma.

Rosmarino

rosmarino, salvia rosmarinus

Il rosmarino, tra le spezie più comuni della cucina mediterranea, appartiene alla famiglia delle Labiate al pari di menta, timo, maggiorana e basilico.

Uno studio dell’università di Pisa pubblicato sulla rivista “The International Journal of Biochemistry & Cell Biology” ha messo in luce le capacità antitumorali del rosmarino.

Il carnosolo, un diterpene presente in varie spezie della dieta mediterranea, quali rosmarino e salvia, agisce infatti riattivando la proteina p53, un soppressore tumorale considerato tra i più importanti fattori per il controllo dello sviluppo e della progressione della malattia, che risulta inattivo nel 50% dei tumori umani”.

La ricerca italiana ha trovato conferma in un altro studio, pubblicato sull’autorevole rivista scientifica “Cancer Letters”. Gli scienziati inglesi hanno ribadito che il carnosolo può essere un valido supporto contro il cancro.

Dai test di laboratorio è emerso che il carnosolo è riuscito a bloccare lo sviluppo dei melanomi, dei tumori della bocca e della mammella negli animali. Nel caso di tumore al seno, la riduzione è arrivata a sfiorare l’80%.

Le spezie della famiglia delle Labiate sono ricche di terpeni, molecole aromatiche dotate della capacità di ostacolare l’azione delle sostanze coinvolte nella proliferazione delle cellule tumorali. Esplicano anche un’attività benefica nei casi di intossicazione, flatulenza, disappetenza e problemi digestivi.

Prezzemolo

prezzemolo, petroselinum crispum

Il prezzemolo appartiene alla famiglia delle Apiacee come il coriandolo, il cumino, il finocchio e il sedano.

È molto ricco di apigenina, un polifenolo noto al mondo scientifico per le sue proprietà antiinfiammatorie capaci di prevenire la trasformazione dei tumori da benigni a maligni.

Dai test di laboratorio è apparso in modo chiaro e incontrovertibile che l’apigenina svolge un’attività di contrasto alle cellule tumorali e sull’angiogenesi inibendo la crescita di determinati tumori: al polmone, alla prostata, alla pelle, alla mammella e al colon-retto.

Peperoncino

peperoncino, capsicum annuum

Il peperoncino rosso piccante contiene capsaicina, una sostanza potente molto usata negli integratori alimentari per la perdita di peso.

Sperimentazioni hanno dimostrato la sua capacità di bloccare la proliferazione del tumore del pancreas, di riuscire a inibire il tumore della prostata e ridurre l’enzima PSA cioè l’antigene prostatico specifico.

La capsaicina agisce provocando l’autodistruzione cellulare. In genere, creme a base di capsaicina offrono sollievo nel dolore neuropatico causato da intervento chirurgico per un tumore.

Pepe nero, noce moscata e cannella

pepe nero, noce moscata e cannella

Il pepe nero è una spezia efficace, ma talvolta irritante. È preferibile usarlo in sinergia con altre spezie, in particolar modo la curcuma, perché ne potenzia i benefici e l’assorbimento. In laboratorio ha rivelato una discreta attività antitumorale e immunomodulante.

Il pepe nero contiene piperazina; questa sostanza naturale disturba e riduce i meccanismi di comunicazione delle citochine pro-infiammatorie prodotte dalle cellule maligne.

Secondo i ricercatori, la noce moscata possiede proprietà radioprotettive e antisettiche. La cannella ha effetti antiproliferativi su tumori quali linfoma e leucemia.

Aglio e Cipolla

Non si tratta di spezie, ma di piante. L’aglio è noto fin all’antichità per le sue capacità terapeutiche. Diversi studi hanno confermato che il consumo di aglio crudo riduce l’incidenza delle neoplasie al colon, allo stomaco e all’utero.

La sua azione sarebbe da attribuire ai composti solforati che distruggono le cellule cancerose e ne impediscono la crescita. Un’assunzione regolare (una volta a settimana) di aglio e cipolla diminuirebbe di quasi il 60% il rischio di tumore allo stomaco, di circa il 40% quello alla prostata e del 30% quello al colon.

Dott.ssa Saravo Aurora – Biologa Nutrizionista 

BIBLIOGRAFIA

http://www.korian.it

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Aglio
Medicina integrata e Fitoterapia

Aglio (Allium sativum), il rimedio più antico del mondo!

Ippocrate sosteneva: “Fa che il cibo sia la tua medicina” e l’aglio incarna appieno questa citazione. L’aglio, piccola pianta bulbosa appartenente alla famiglia delle Liliace, nella dieta mediterranea, è considerato un condimento e non un alimento assestante.

Si apprezza bene in diversi piatti, sia cotto che crudo ed è presente in diversi rimedi galenici o preparati industriali. Tralasciando la sua importanza a livello storico e descrizioni botaniche ridondanti; entriamo nel vivo del discorso prendendo in esame i diversi costituenti chimici e gli ambiti di applicazione.

Aglio: i composti chimici

Si distinguono:

  • Composti solforati come l’alliina (S-allil-cistein-solfossido, composto liposolubile)
  • Composti non solforati come l’enzima allinasi.
  • Potassio, selenio, calcio, fosforo, vitamina C e del gruppo B in particolare B6, magnesio, amido, saponine, sapogenine, flavonoidi, fenoli.

I composti solforati possono essere solubili sia in acqua come: allicisteina, metilcisteina, sia in olio come: isoallina e metilallina. I composti solubili in acqua sono considerati stabili, mentre quelli solubili in olio sono considerati instabili. (Catizone et.al., 2013). La loro presenza determina odore e sapore caratteristico.

Il marker biologico della specie è sicuramente l’allicina(estere allilico dell’acido allil-tiosolfinico) la quale rappresenta il composto di maggior interesse fitoterapico a cui è attribuita anche l’attività battericida.

Essa si ricava dall’interazione dell’enzima alliinasi (situata nel vacuolo) e l’inattiva alliina (situata nel citosol) e seguito dello schiacciamento dei bulbi. L’interazione tra alliina e allinasi porterà a due prodotti: allicina e acido piruvico (Capasso et.al., 2006).

Solitamente, per l’estrazione dell’allicina, si procede previamente con una distillazione in corrente di vapore con alcol etilico 95% e successivamente con un’estrazione con etere di petrolio sul distillato.

L’allicina è un prodotto molto instabile e, per evitare la sua conversione principalmente in ajoene a causa dell’ossidazione all’aria e altri composti secondari come: diallilsolfuri e vinilditiine. (Manganelli, 2018), deve essere isolata per distillazione in corrente di vapore a pressione ridotta.

composizione-chimica-aglio
Da: agliocrudo.it

Aglio: impieghi e controindicazioni

L’aglio è di sicuro una delle droghe più utilizzate nella medicina popolare e la maggior parte dei suoi presunti effetti benefici sono stati confermati anche da studi farmacologici supportati da sperimentazioni cliniche. Le sue azioni terapeutiche possono essere riassunte in:  

Azione su vasi e microcircolo  

Preparati a base d’aglio si suggeriscono nel trattamento dell’ipertensione. L’effetto antipertensivo è riportato in svariati studi clinici e sembra essere strettamente legato all’azione della NO-sintetasi, ma il meccanismo d’azione e i composti bioattivi ancora non sono perfettamente noti.

Estratti acquosi e alcolaturi a base di aglio, si suppone, che attivino l’NO- sintetasi e l’IL-6 in modo dose dipendente favorendo così la dilatazione dei vasi e una riduzione della pressione.

Altri studi clinici sostengono che l’assunzione regolare di aglio, in soggetti anziani, oltre a migliorare la circolazione migliori anche l’elasticità dei vasi. Ulteriori studi affermano che i preparati di aglio manifestano un’azione protettiva e profilattica negli animali trattati con colesterina irradiata, impedendo la formazione di lesioni aterosclerotiche e prolungandone la vita rispetto ai controlli non trattati (Capasso et.al., 2006).

 Azione antiossidante e antilipidemica  

Le iperlipidemie sono dei disordini metabolici comuni in tutto il mondo. Le condizioni più frequenti sono l’aumento di LDL e VLDL e posso essere di due tipi:

  • Legate a difetti dei recettori delle LDL, deficienza delle lipasi o scarsa eliminazione di alcuni residui.
  • Legate a cattivi stili di vita o condizioni patologiche pregresse come: diabete, ipotiroidismo, cirrosi biliare.

I principi attivi dell’aglio (composti contenenti zolfo, come   l’ajoene), vanno ad agire sia a livello del metabolismo lipidico, sia a livello della sintesi del colesterolo. Potremmo quindi dire che, regolare assunzione di aglio:

  • Inibisce la sintesi del colesterolo a livello del fegato e in particolare blocca l’enzima HMG-coA deputato alla conversione dell’acetoacetil-coA in mevalonato precursore del colesterolo.
  • Aumenta la degradazione dei trigliceridi mediante l’aumento dell’attività delle lipasi nel tessuto adiposo.
  • Riduce la formazione delle LDL responsabili della formazione della placca aterosclerotica.
  • Aumenta la formazione delle HDL utili per eliminare il colesterolo.

Per quanto riguarda la sua azione antiossidante, alcuni suoi componenti bioattivi hanno la capacità di svolgere un effetto radical-scavenger andando ad incrementare l’attività di alcuni enzimi antiossidanti endogeni come: la superossido dismutasi, alcune catalasie e la glutatione perossidasi. Esse vanno a inibire l’ossidazione delle LDL responsabili dell’inibizione dell’NF-kB.

Ulteriori studi dimostrano l’efficacia dell’aglio nel trattamento del diabete, un’attività coleretica, un’attività anticancerosa legata principalmente all’allicina e in particolare al legame S-SO-. (Manganelli, 2018) ed infine un’importanza significativa anche nella neuro infiammazione.

Le Forme farmaceutiche a base di aglio fresco non presentano problemi tecnologici e hanno una buona percentuale di allicina. Preparati a base di aglio secco, invece, possono presentare problemi tecnologici, questo perché, nella preparazione, allina e allinasi non entrano in contatto e non generano allicina.

Una volta nello stomaco, oltretutto, le allinasi vengono degradate dall’acidità dello stomaco (essendo delle proteine) impedendo la conversione e lo svolgimento dell’attività biologica da parte dell’allicina. Quindi:

  • Preparazioni a base di aglio fresco presentano odore caratteristico e hanno allicina.
  • Preparazioni a base di aglio secco dovranno essere rivestite di film gastroresisrenti se assunte oralmente.

Si sconsiglia l’interazione tra composti contenenti zolfo e anticoagulanti, considerando che l’aglio può fungere anche da antiaggregante piastrinico (Capasso et.al., 2006). Bisognerebbe evitare quindi: Farmaci antiaggreganti piastrini, Farmaci anticoagulanti quali il warfarin Farmaci ipotensivi e FANS (Gomirato, 2016)  

Dott.ssa Rita Villani – Tecnico Erborista

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BIBLIOGRAFIA

  • Capasso, F., Grandolini, G., Izzo, A., 2006. Fitoterapia. Impiego razionale delle droghe vegetali. Aggiornamento della II edizione di Fitofarmacia (F.Capasso,G.Grandolini) a cura di Springer Verlag: Roma.
  • Catizone, P., Barbati, L., Marotti, I., Dinelli, G., 2013. Produzione ed impiego delle piante officinali. Bologna: Pàtron.
  • Gomirato, S., 2016. AGLIO-Allium sativum L.-GARLIC, da: http://www.progettoofficinafitoterapia.it/agio/.
  • Manganelli, S., 2018. Aglio:proprietà curative. A cosa serve? Come si usa?, da: http://www.torrinomedica.it/piante-medicinali/aglio/.

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